Il patrimonio culturale, artistico ed architettonico del nostro Paese è sconfinato, innumerevole e sempre sorprendente. Ogni edificio sembra nascondere misteri, storie e leggende di nobili casati, di famiglie che hanno cambiato il corso della storia italiana ed internazionale. Conoscere l’Italia attraverso quelle che sono considerate le Dimore Storiche è un viaggio affascinante nel tempo e nello spazio e oggi Progetti Immobiliari vi porta a scoprire 25 tesori di inestimabile valore, sui circa 300 siti – ville, parchi e castelli – che l’Associazione Dimore Storiche Italiane celebra ogni anno e cerca di salvaguardare.

1. Castello di Chignolo Po in provincia di Pavia 

Il Castello di Chignolo Po fu ribattezzata ‘La Versailles della Lombardia’ è un’elegante dimora storica immersa nelle campagne pavesi, di cui la parte più antica è la torre centrale, fatta edificare da Liutprando, Re dei Longobardi, per presidiare un lungo tratto del fiume Po sulla Via Francigena. L’affascinante Palazzina di Caccia, la scenografica Corte delle Arti e dei Mestieri, l’antica Armeria medioevale e l’originale Salone impero, il tutto immerso in un meraviglioso scenario agreste, fanno di questo monumento una delle più importanti dimore storiche italiane. Oggi il Castello è una proprietà privata aperta al pubblico in occasione di eventi, dove con grande passione e cura dei dettagli viene garantito il mantenimento di tutta la struttura, facendone così un suggestivo luogo di storia, tradizioni e cultura, il cui fascino sa ancora sorprendere.

2. Castello di Gabiano in provincia di Alessandria 

Il Castello di Gabiano è citato dalle fonti già nell’VIII secolo come cortem magnam nomine Gabianam, viene donato nel 1164 da Federico Barbarossa al Marchese Guglielmo II di Monferrato fu conteso nei secoli da vari casati: nel 1622 fu ceduto, assieme al titolo di Marchese di Gabiano, dal duca Ferdinando Gonzaga al nobile genovese Agostino Durazzo, a saldo dei debiti contratti dalla corte di Mantova con la sua famiglia. Il Castello è noto, tra l’altro per il suo famoso labirinto, uno dei rarissimi esempi documentati nell’ambito dei giardini storici del Piemonte. Di eccezionale importanza eccezionale non solo per la sua rarità ma anche per il periodo storico in cui fu realizzato – agli anni Trenta del Novecento – periodo in cui l’ormai affermato gusto paesaggistico si integrava con giardini formali posti nelle immediate vicinanze della residenza ma mai con le forme di un labirinto. Quello di Gabiano evoca il ritorno al passato e si colloca nell’ambito del progetto di restauro affidato dalla marchesa Matilde Giustiniani all’architetto parmigiano Lamberto Cusani a cui si deve l’attuale aspetto neomedioevale del castello e pertinenze. Posto nel cuore del parco, il percorso enfatizza il contrasto tra le linee rigide e geometriche dell’impianto e il parco naturale che lo circonda, richiamando il concetto medievale di selva come labirinto naturale (parco) e labirinto come selva artificiale dove la natura è rigorosamente manipolata e controllata dall’uomo.

3. Castello di Montemagno in provincia di Asti

Il Castello di Montemagno è una dimora di origini molto antiche – si hanno prime notizie intorno al X secolo – ed è il castello più grande del Piemonte. Si adagia sul borgo di Montemagna e si caratterizza per una pianta irregolare, che racchiude una corte ellittica, incorniciato da merlatura ghibellina, conservando ancora oggi la struttura originale. Le finestre ad arco a sesto acuto decorate da cornici policrome in cotto e tufo rimandano all’uso astigiano e furono aperte durante le opere di ricostruzione del XIV secolo, parallelamente all’aggiunta della ricca fascia di coronamento. Le grandi finestre rettangolari, i balconi e la corte ellittica risalgono invece a campagne di costruzione settecentesche. L’accesso al castello avviene tramite un ponte levatoio che permette di superare il fossato  che lo circonda. Nelle cantine, inoltre, perfettamente ristrutturate, si può ancora ammirare l’aquila imperiale, simbolo di Federico Barbarossa che nel 1164 attribuì il Castello al Marchese del Monferrato.

4. Castello di Masazza in provincia di Biella

Il Castello di Masazza è un tipico borgo difensivo di epoca medioevale, originariamente insediamento celto ligure, poi romano ed infine fortificazione longobarda. Caratterizzato dall’alta torre in scapoli di sasso e da una rocchetta viscontea con tipici merli ghibellini. All’interno si trova anche una cappella dedicata a Sant’Antonino e Sant’Anna, con un’interessante abside romanica e affreschi trecenteschi. Arroccato su uno sperone fu incastellato attorno all’anno Mille. Vi si conservano Are Celtiche con cappelle votive e testimonianze di epoca Templare con simboli della tipica Croce. Nel 1200 dei Guala di Casalvolone, per tutto il 1300 dei Visconti di Milano i quali lo caratterizzarono con diverse monofore tipiche dei castelli lombardi, una in particolare considerata tra le più belle del Piemonte. Dal 1400 a tutto il 1800 della famiglia Avogadro. Dal 1978 della famiglia Cavallari, che porta avanti un importante recupero rifondando la Rocca come abitazione ed in parte offrendo il bene per eventi aperti al pubblico, come avviene per esempio in seguito alla creazione di un teatro arena con incredibile acustica e suggestivo impatto scenico.

5. Castello Monticelli in provincia di Perugia

Il Castello Monticelli è testimoniato per la prima volta nel 1115, anno in cui una bolla di Papa Pasquale II conferma al monastero benedettino di S. Pietro di Perugia la pertinenza della chiesa di S. Paolo in Monticelli. L’abside della chiesa contiene delicati affreschi del 1315-19 attribuiti a Meo da Siena. Nei secoli numerosi restauri ne hanno cambiato la funzione e l’aspetto: fino al 1460-80 è stato un monastero benedettino, poi è diventato una residenza estiva nobiliare. Il Castello di Monticelli è composto da 8 edifici tutelati, edificati in cima ad un colle in mezzo ad una vasta pianura dal quale si gode di una vista mozzafiato. 3 di questi 8 edifici sono torri militari con delle mura in pietra molto spesse che risalgono alla fine del VI secolo dopo Cristo, quando il confine fra l’Impero Romano d’Oriente ed i Longobardi era a soli 40 metri dalle torri. Queste torri facevano parte di una grande fortezza costruita dai Bizantini intorno al 593 dopo Cristo per difendere Perugia ed il così detto Corridoio Bizantino dai Longobardi. Oggi questa dimora storica è aperta al pubblico attraverso esperienze di ricettività turistica.

6. Castello Porto Colleoni Thiene in provincia di Vicenza 

Il Castello di Thiene è considerato il più importante edificio gotico del XV secolo del Veneto. Senza dubbio è uno straordinario esempio di villa pre-palladiana, unico esemplare del suo genere, sia per caratteristiche architettoniche che per destinazione funzionale, ed è, per questo motivo, un caposaldo nell’evoluzione delle ville venete. Il Castello associa le caratteristiche del castello a quelle del palazzo veneziano e in particolare della “casa-fondaco”: abitazione e magazzino/luogo di commercio.
La villa veneta, dal punto di vista architettonico, ha trovato la sua più compiuta espressione nel XVI secolo con le costruzioni di Andrea Palladio (1508 – 1580), che riuscì a sintetizzare le esigenze estetiche e funzionali in un tipo di villa che rimase sostanzialmente lo stesso fino alla caduta della Serenissima nel 1797. Ma Palladio non inventò il concetto di villa: rinnovò le forme che queste dimore agricole avevano già acquisito nel corso dei secoli precedenti. Il castello si pone quindi come modello per i successivi sviluppi delle ville venete, in quanto residenza signorile e luogo di vita colta e raffinata in campagna dove erano legati gli interessi della famiglia.

7. Giardino Torrigiani a Firenze

Il Giardino Torrigiani è un grande parco di circa dieci ettari situato nel centro di Firenze. È una delle poche grandi aree verdi ancora superstiti all’interno delle mura e rappresenta il più grande giardino privato d’Europa all’interno della cerchia delle mura di una città. Già famoso nel Cinquecento come orto botanico, il Giardino Torrigiani conosce una sua seconda rinascita agli inizi dell’Ottocento, quando il marchese Pietro Torrigiani lo ingrandisce acquisendo tutti i terreni circostanti e lo trasforma in un parco romantico all’inglese seguendo il gusto dell’epoca. Costituisce un esempio tipico dello stile romantico che contrassegnò i giardini all’inizio dell’Ottocento, e l’incarico di progettare il grandioso giardino fu dato a Luigi Cambray Digny (1813-1814), al quale subentrò il giovane Gaetano Baccani. Fu così realizzato un parco all’inglese, ricco di suggestioni legate al mondo dell’Arcadia e soprattutto alla simbologia della massoneria, della quale faceva parte il marchese Pietro Torrigiani. Al Baccani si deve la realizzazione del famoso “torrino” in stile neogotico e allusivo allo stemma di famiglia. Alta circa ventidue metri, la torre conservava al suo interno una raccolta di strumenti astronomici, una biblioteca e sulla sommità una terrazza scoperta per l’osservazione del cielo. Per collegare i vari piani della torre, oltre ad una scala elicoidale in pietra, era stata realizzata una sedia meccanica che, attivata da particolari marchingegni, permetteva una sua rapida ascensione fino alla sommità. Il torrino è posizionato su una collina artificiale.

8. Palazzo Agliardi a Bergamo 

La costruzione di Palazzo Agliardi risale al 1500 per volere di Alessandro Martinengo Colleoni e dal 1845 è di proprietà dei Conti Agliardi. All’interno, un salone centrale, fiancheggiato da quattro sale, presenta preziosi affreschi settecenteschi di Carlo Innocenzo Carloni e Federico Ferrario. Palazzo Agliardi sorge in uno dei borghi storici di Bergamo ove nel Cinquecento le più importanti famiglie di nobili e mercanti fecero costruire le loro sontuose dimore. Il palazzo fu fatto costruire nel XVI secolo da Alessandro Martinengo, nipote del famoso condottiero Bartolomeo Colleoni. Nel 1741 la famiglia dei Conti Mosconi acquistò il palazzo diruto ed incaricò l’architetto Caniana di ricostruirlo in chiave settecentesca. Nel 1845 venne acquistato dai Conti Agliardi, tuttora proprietari. L’edificio, in gran parte ricostruito nel ‘700, è costituito da un ampio salone fiancheggiato da quattro sale dalle quali, poi, si accede ad un suggestivo giardino pensile e alle scuderie.

9. Palazzo Pfanner a Lucca

La costruzione di Palazzo Pfanner risale al 1660, commissionato dai Moriconi, famiglia di membri del patriziato mercantile lucchese. Travolti dal fallimento economico, furono costretti nel 1680 a vendere l’edificio ai Controni, anch’essi mercanti della seta ascesi al rango nobiliare. I Controni si dedicarono all’ampliamento dell’edificio: intorno al 1686 venne realizzato lo scalone monumentale su progetto, si presume, di Domenico Martinelli, architetto e ingegnere lucchese; mentre ai primi del Settecento commissionarono, con ogni probabilità a Filippo Juvarra, la riqualificazione del retrostante giardino.
La vicenda della famiglia Pfanner s’intrecciò con la secolare storia del palazzo verso la metà dell’800. Fu infatti Felix Pfanner, nativo di Hörbranz (Austria), ma di famiglia bavarese, ad acquistare progressivamente l’intera struttura

10. Palazzo Terzi a Bergamo

I Terzi, originari della Valle Cavallina, sono un’antica famiglia nobile e per diversi secoli furono al centro della storia di Bergamo. Palazzo Terzi fu costruito in occasione di due matrimoni: per il primo, nel 1631, fra il marchese Luigi Terzi e la giovane Paola Roncalli, si creò la facciata e l’ala meridionale. Un secolo dopo, il matrimonio fra il marchese Gerolamo Terzi e Giulia Alessandri, fu l’occasione per ampliare la terrazza sottostante. Il Palazzo si trova al limite della rocca della parte alta di Bergamo ed è il più importante palazzo barocco della città. L’esiguità degli spazi di Bergamo alta, furono il problema da risolvere per la costruzione di questo e altri palazzi, che avrebbero dovuto rappresentare le famiglie importanti della città. Il palazzo venne costruito sopra un’area precedentemente demolita, recuperandone una parte, e riuscendo a inserirsi nello spazio tra il parco di Palazzo Recuperati e sul lato opposto al limite del dirupo che definisce città alta, nei sotterranei del palazzo sono ancora visibili resti dei precedenti edifici medioevali.

11. Giardino di Pojega a Negrar di Valpolicella

Il Giardino di Pojega fu commissionato da Antonio Rizzardi (1742-1808) all’architetto Luigi Trezza, esponente dell’architettura neoclassica veneta, e realizzato tra il 1783 e 1796. Rizzardi desiderava un giardino di ispirazione umanistica unita ad un grande senso della scenografia e del paesaggio, che diventasse un trionfo della prospettiva. L’architetto Trezza riuscì così a conciliare il giardino all’italiana, spettacolare e formale, con il giardino romantico, nato per ricreare un sofisticato ambiente naturale. Nell’epoca in cui il giardino all’italiana veniva spazzato via per lasciare posto all’insieme di prato e bosco denominato giardino all’inglese, il giardino di Pojega, ultimo nel suo genere ad essere creato in Italia, acquista un significato particolare.

12. Villa Lajolo in provincia di Torino

Villa Lajolo, a Piossasco, in Piemonte, assunse le attuali caratteristiche grazie alla famiglia Ambrosio, Conti di Chialamberto, il cui esponente più noto fu Domenico Simone di Chialamberto (1754-1803). Gli Ambrosio di Chialamberto, perseguendo una politica di prudenti acquisizioni e giudiziosi matrimoni – Furno, Borda, Sclarandi Scala – raccolsero un cospicuo patrimonio terriero principalmente nei comuni di Villarbasse – di cui diverranno consignori-, Bruino, Piossasco e None – regione S. Dalmazzo -. Memoria di tali origini rimane nei nomi di alcune cascine: il Borda – ora obliterata da Torino, rione Pozzo Strada – , Furno – Piossasco – , Furno – None, regione S. Dalmazzo – e “Shalambert” – None, regione S. Dalmazzo, entro i confini del parco di Stupinigi -. La proprietà di Piossasco costituiva il centro amministrativo di tale patrimonio, ora disperso, e la residenza estiva dei Chialamberto, particolarmente conveniente quando la Corte era a Stupinigi. Con l’estinzione dei Chialamberto intorno al 1850, la proprietà di Piossasco fu ereditata dai cugini, i conti Lajolo di Cossano, antica famiglia di origine astigiana, che tuttora la detengono.

La prima parte del viaggio attraverso le più belle dimore storiche con Progetti Immobiliari termina qui, per adesso, in attesa di scoprire altre e nuove meraviglie del nostro Paese…

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